La manifestazione “I libri aiutano a leggere il mondo”, giunta nel 2019 alla X edizione con Skillellé. Pronti per il mondo, inaugura la sua programmazione autunnale di incontri con una proposta di forte impatto. Sceglie in esordio di affrontare un tema che costituisce senz’altro uno dei nervi scoperti della contemporaneità del nostro paese: la forte crisi identitaria italiana nei confronti dell’Europa. Lo fa attraverso la voce del giornalista Federico Fubini e attraverso le riflessioni raccolte nel saggio a sua firma, edito di recente da Longanesi, dal provocatorio titolo PER AMOR PROPRIO – Perché l’Italia deve smettere di odiare l’Europa (e di vergognarsi di se stessa).
Editorialista di economia e vicedirettore del Corriere della Sera, Federico Fubini sarà ospite giovedì 24 ottobre, alle ore 18.30, degli spazi di confronto della Mediateca del Mediterraneo di Cagliari. Dialogherà con lui il giornalista Paolo Piras, inviato del Tg3, attivo alla Redazione Esteri.
Un saggio in otto capitoli, concepiti come otto tappe progressive di un viaggio idealmente compiuto con l’intento di indagare le ragioni e le conseguenze dell’evidente disamore che caratterizza la relazione tra il paese Italia e il sistema Europa. Un rapporto in crisi da tempo, e divenuto nel tempo, spazio esposto di volta in volta a strumentalizzazioni di stampo sovranista o ad adesioni a una scelta europeista assunta invece senza l’assunzione del dubbio, come si trattasse di una fede. Federico Fubini interroga l’Europa come si interroga un corpo complesso, il cui senso è nell’interezza delle relazioni che lo determinano e la cui possibilità è garantita solo dalla sopravvivenza e dal benessere di ciascuno suo organo. Quella che Fubini attraversa, con lucidità disarmante, è una lunga storia di voci inascoltate e di radicalità sorde, di rapporti maturati nella graduale crescita del rancore e nell’invidia reciproca, di distanze ampliate e di disparità accentuate dentro una pretesa spinta all’integrazione. Una storia di vantaggi ventilati e di occasioni perdute, e di uno sfilacciamento di relazioni e di una attuale deriva che muovono parte dei paesi europei, Italia compresa, verso gradi progressivi di separazione. Non c’è isolamento che tuttavia salvi oggi l’indipendenza delle singole sovranità, rispetto al corpo economico e politico dell’Europa, Fubini lo afferma con nettezza. La vera scelta, oggi, non è fra l’integrazione europea e un’idea di preservazione della propria sovranità. È piuttosto fra l’integrazione europea e «qualche impero più lontano e meno democratico, al quale finiremmo per doverci sottomettere in cambio di un po’ di aiuto, senza avere voce in capitolo sul nostro destino». A essere chiamata in causa è un’idea differente di Europa, è una presenza italiana che recuperi senso della dignità e consapevolezza di sé. È una comunità che si fermi a indagare il proprio senso di appartenenza all’Europa e che sappia interrogarsi, senza arroganze e senza contrastanti complessi di inferiorità, su quale significato oggi abbia autenticamente assunto la parola identità.
Federico Fubini
è inviato e editorialista di economia del Corriere della Sera, di cui è vicedirettore ad personam. È passato da Firenze a Bruxelles, dove ha vissuto per quasi dieci anni a partire dal 1994. Ha studiato greco antico all’università dedicandosi poi all’economia e alla finanza. È consigliere scientifico di Limes.
Ha vinto il Premio Estense con Noi siamo la rivoluzione (2012), il Premio Capalbio e il Premio Pisa con La maestra e la camorrista (2018).
Paolo Piras
è giornalista, inviato Redazione Esteri del Tg3. Ha frequentato la scuola di giornalismo di Perugia a lavora in Rai dall’età di 27 anni, prima a Roma al Giornale Radio, poi a Cagliari, alla Tgr Sardegna. Nel 2009 passa a RaiSport, poi nel 2010 passa al Tg3 del neodirettore Bianca Berlinguer. Segue l’arrivo dei migranti a Lampedusa e nell’Est europeo, il terremoto in Emilia e ad Amatrice, la protesta dei No TAV, il disastro nucleare in Giappone, gli scandali politici e le crisi dell’industria italiana. Ha scritto “Bravi&Camboni. L’epica minore del Cagliari: piedi storti, teste matte e colpi di genio” ( Egg, 2014).