Pari o dispari?


pari o dispari
L’uguaglianza è un valore portante nella definizione di una società libera e democratica, un diritto fondamentale per gli individui che ne fanno parte. Tuttavia, in libertà e democrazia, è imprescindibile il riconoscimento del diritto alla diversità, la possibilità di ciascuno di godere pienamente dei propri diritti indipendentemente dalle caratteristiche che lo contraddistinguono, dai valori che lo attraversano.
La molteplicità di identità che la nostra epoca esprime, scaraventandole in un medesimo scenario sociale, ci costringe anzi ad interrogarci su come valorizzare la diversità, su come trasformarla in risorsa per la vita delle donne e degli uomini. Un simile cammino – affascinante quanto complesso – non può che interessare tutte le dimensioni della vita collettiva: intellettuale/culturale, etica, politica, perfino spirituale. Come scrisse Albert Camus:

la storia è sempre in movimento e i popoli si evolvono con essa e non esiste una situazione storica definitiva: chi non vuole adattarsi al ritmo delle sue variazioni deve rassegnarsi a restare indietro.

Il continuo mutamento della società richiede certamente un adeguamento delle istituzioni e delle regole che accompagnano la nostra vita quotidiana, ma anche la disponibilità di tutti a confrontarsi su un piano più alto, in un dibattito che sia confronto di idee, e non in una polemica che sia bisticcio di slogan.
È indispensabile pensare che la possibilità di costruire una società vivibile per tutti esista, purché si sia in grado di immaginare nuovi scenari anziché inseguirli, purché sia sia disposti a vivere ogni cambiamento con gli strumenti necessari, politici e culturali, collettivi e individuali. Come recita il primo articolo della “Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo”:

Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono tutti dotati di ragione e coscienza e devono agire gli uni con gli altri con uno spirito di fratellanza.

Come conciliare uguaglianza e differenza? Parità e disparità? È pensabile riorganizzare una comunità solidale a partire dalle diversità, è possibile compiere un’evoluzione storica in modo pacifico e fecondo? Che si tratti di questioni di genere, di conflitti tra il Nord e il Sud del mondo, tra le religioni d’Oriente e d’Occidente, di disparità economiche in seno alla nostra società, occorre essere disponibili a riformulare prassi e regole che garantiscono i diritti, superando contrapposizione e conflitti.
Anche mettendosi “in gioco”, intendendo ovviamente il gioco nella sua accezione più ampia, in quanto dimensione fondamentale in cui esercitare la facoltà dell’immaginazione, in cui superare il qui ed ora, in cui conciliare gli opposti coltivando libertà, speranza e creatività. In un mondo governato da incertezza e continui cambiamenti, in cui l’identità personale e collettiva è chiamata a farsi meticcia, sottoposta a una costante ibridazione di idee e stili di vita, tutto ciò che ci rende più forti è la capacità di giocare e di essere funambolici, saper pensare e agire al di là delle rigide definizioni e dei copioni preconfezionati.

Allora… non resta che cominciare a giocare: “Pari o dispari?”

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