Il gioco delle regole


La libertà è l’essenza dell’individuo umano e la giustizia l’essenza della convivenza umana. Entrambe potranno sparire dalla faccia della terra solo con l’estinzione fisica della razza umana
Hannah Arendt

Quotidianamente sperimentiamo come la convivenza civile sia basata sul rispetto degli altri e delle regole che la comunità nella quale viviamo si è data. Le regole hanno cioè la funzione di permettere alle persone di convivere tra di loro senza ledere gli uni la libertà degli altri.

Un esempio chiaro dell’importanza e della complessità di questa funzione ce lo offre lo sport, in cui emerge come l’osservanza delle regole sia in stretta correlazione con il rispetto dell’avversario, della disciplina e, soprattutto, di se stessi. Solo le regole del gioco permettono infatti un confronto alla pari fra i soggetti in competizione, siano essi squadre o individui. Le regole stabiliscono l’ambito oggettivo nel quale la soggettività degli atleti può esprimersi ai massimi livelli. È proprio questo che rende lo sport così appassionante e avvincente, e ne fa una eccezionale metafora della vita, oltre che uno straordinario strumento educativo. Si parte, in teoria, tutti dallo stesso livello e si possono sovvertire i pronostici con impegno, dedizione e autentici colpi di genio, mantenendosi sempre all’interno delle regole definite, tanto scritte come non scritte.

Partendo da queste premesse, l’edizione 2017 de I libri aiutano a leggere il mondo, in continuità ideale con quella precedente, intende avviare una riflessione su regole, giustizia, diritti e doveri, obbedienza e disobbedienza, in un percorso di cittadinanza consapevole, di libertà che nel convivere diventa, necessariamente, responsabilità. Lo faremo con tutta la serietà che gli argomenti richiedono, ma anche con appuntamenti più leggeri e divertenti.
L’incontro con ospiti autorevoli e il confronto attivo su tematiche di attualità porterà i partecipanti a ragionare su ciò che Gherardo Colombo chiama il “gioco della convivenza”.

Come possono coesistere l’essere se stessi, tutelando la propria libertà e il riformare se stessi, rispettando la legge? Come si coniuga la libertà di realizzare sé stessi, con la libertà collettiva, fondata sul contributo di tutti i cittadini?

Oltre ai numerosi ospiti, personaggi del passato, ancora attualissimi, ci guideranno nei ragionamenti su questi difficili e controversi temi.
Partendo da Gramsci, secondo il quale è libero chi agisce responsabilmente e la libertà responsabile è l’approdo del processo educativo che manifesta il superamento della dimensione individuale verso la dimensione sociale, nella quale si realizza pienamente l’umanità dell’individuo.
Proseguendo con la giovane Santa Chiara, pioniera della disobbedienza civile, contraria alla clausura, ma padrona di sé, autonoma nell’elaborazione di un pensiero proprio, capace di coniugare l’adesione formale alle regole misogine imposte dalla Chiesa e la pratica della libertà.
Teorizzata per la prima volta nel 1849 da H. D. Thoreau, la Disobbedienza Civile come strategia di lotta non violenta, fu trasformata in azione politica da Gandhi nel processo di emancipazione dello stato indiano, e praticata, in Italia, da don Lorenzo Milani, recentemente tornato d’attualità, che, rivolgendosi ai ragazzi della sua scuola come ai «sovrani di domani», si espresse in difesa dei primi obiettori di coscienza alla coscrizione militare e in risposta all’accusa di apologia di reato, parlò di “doveri e diritti che stanno alla libertà dei cittadini come la sudditanza al potere illimitato sta alla libertà dei servi”.

La tensione dialettica tra le regole che garantiscono la libertà collettiva e la libertà individuale, è la stessa che attraversa l’arte. Come dimostrano le riflessioni di Bruno Munari, che usa l’ironia per smascherare le convenzioni, non per irriderle o smontarle, piuttosto per spiazzarle, senza mai negarle.
Il gioco delle regole è quello spesso praticato da scrittori come Raymond Queneau con i suoi Esercizi di stile, Italo Calvino con le sue Città invisibili e, soprattutto, Georges Perec, con Vita, istruzioni per l’uso.
E proprio da una citazione di Perec ci piace far partire il nostro viaggio attraverso il gioco dell’intreccio fra regole e libertà:

Au fond, je me donne des règles pour être totalment libre.

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