SULLE TRACCE DELLE GENTI DI DIO – LUOGHI DOVE IL SACRO ROMPE I CONFINI – un viaggio attraverso una mappa celeste che ignora i muri eretti dai predicatori del conflitto globale, dal cuore dell’Asia all’America Latina, dal Maghreb al Medio Oriente
, giovedì 26 ottobre, alle ore 19.40, Monica Bulaj dialoga con Maurizio Memoli.
Contrasto pubblica Where Gods Whisper, il libro di Monika Bulaj in cui immagini e parole raccontano luoghi e i momenti in cui il sacro esprime al massimo la sua carica atmosferica e dove si rompono i confini tra ebrei, cristiani e musulmani. Masse in un tempio che ripetono la stessa preghiera come un tuono; danze e oscillazioni; contatti tra corpi e fra corpi e reliquie; e ancora cantilene, sospiri, genuflessioni, sgranar di rosari. Si tratta di luoghi, gesti, abbigliamenti, luci, percorsi che – svelando sorprendenti analogie fra religioni e offrendo straordinari terreni d’incontro agli stessi – mostrano tutta la bellezza dell’essere umano.
Sfogliando il libro, pagina dopo pagina, si segue il mistero della devozione passionale, la manifestazione di fede espressa da mistici e poeti, santi e analfabeti.
Il reportage presentato in questo volume è frutto di lunghi viaggi durante i quali l’autrice ha attraversato un mondo parallelo e ancora poco raccontato che va dall’Asia centrale all’America Latina, dalle Russie al Medio Oriente, “attraversando le soglie tra il sacro e il profano, tra luce e ombra.”
Le immagini in bianco e nero e a colori di Monika Bulaj, insieme ai suoi testi che le accompagnano, vanno alla scoperta delle ultime oasi d’incontro tra le fedi, delle zone franche in cui musulmani e cristiani pregano insieme, raccontano di terre di promiscuità e sincretismo millenari, scomodi ai predicatori dello scontro di civiltà, di luoghi in cui la catena delle vendette si rompe, dove si mangiano le stesse pietanze, si intonano gli stessi canti e si fanno gli stessi gesti. Le evocative fotografie di Where Gods Whisper restituiscono la bellezza e la sapienza antica che risiede nella contaminazione, i riti dionisiaci dei musulmani del Magreb, il pianto dei morti nei Balcani, i pellegrinaggi nel fango degli Urali, l’evocazione degli dei in esilio oltremare, sulla rotta degli “scafisti” di un tempo, a Haiti e Cuba, dove la forza spirituale della madre terra diventa rito vudù, santeria, rap mistico, samba, epitalamio e mistero.
Monika Bulaj (Varsavia, 1966) fotografa, reporter e documentarista, è autrice di reportage sui confini estremi delle fedi, le minoranze etniche, i popoli nomadi, i migranti, gli intoccabili e i diseredati in Asia, Africa ed Europa. Il suo libro “Nur. La luce nascosta dell’Afghanistan” è stato scelto da “TIME” come uno dei migliori libri fotografici del 2013. Ha pubblicato e pubblica su “La Repubblica”, “Corriere della Sera”, “Gazeta Wyborcza”, “Revue XXI”, “Internazionale”, “Geo”, “Courier International”, “National Geographic”, “Time Lightbox”, “The New York Times Lens”, “Al Jazeera”. Insignita di numerosi riconoscimenti per la sua opera giornalistica, svolge una costante attività didattica e teatrale e ha all’attivo circa 60 mostre fotografiche tra New York e Il Cairo. Tra i suoi progetti più recenti: “Le Afriche. Specchi dell’invisibile” e “Sacred Crossings”, un fotoreportage tra Asia, Caucaso, Russia e Medio Oriente confluito in un volume in uscita nel 2017 per Contrasto.
Maurizio Memoli (Napoli, 1963) è Professore ordinario di Geografia urbana presso la Facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Cagliari e membro del Comitato direttivo della Società Geografica Italiana. Ha insegnato come guest professor in diversi Atenei quali il Centre de Recerche sur l’Habitat – Ecole Nationale d’Architecture Paris-Val de Seine; Università di Montpellier 3, Università di Parigi III – La Sorbona; Université de Montréal; Universidade Federal de Bahia; Universidad de La Habana. I suoi principali interessi di ricerca riguardano la geografia urbana nel Mediterraneo e in America latina. Negli ultimi anni, con un gruppo di ricerca multidisciplinare, sperimenta metodologie visuali di ricerca, di “geotelling” e di narrazione geografica attraverso la fotografia, il video, il web. Ha prodotto alcuni film e documentari per il web tra cui: “Al Centro di Tunisi” (2013), “Murat il geografo” (2015); “Sant’Elia – Frammenti di uno spazio quotidiano” (2017) premiato al Festival di Capodarco nel 2017.