Si avvia a conclusione la serie di iniziative cagliaritane svolte nell’ultimo mese e ospitate nella magnifica location dello storico Lazzaretto del Borgo Sant’Elia, inserite nel programma della nona edizione della rassegna I libri aiutano a leggere il mondo.
Ancora un incontro importante che, in coerenza col tema della manifestazione – “Siamo terra” – va a toccare dei temi delicati e controversi, su questioni che mettono in gioco la salvaguardia e il rispetto del pianeta e  la salute degli esseri che in esso vivono.

Venerdì 16 novembre, alle 18.30, partendo dal libro Malaterra – Come hanno avvelenato l’Italia(Laterza, 2018), l’autrice e esperta giornalista Marina Forti, ci porta in alcuni dei luoghi più inquinati d’Italia, raccontandoci le storie, le bonifiche mancate, la mobilitazione dei cittadini, l’emergere di una coscienza ambientalista, lo scontro tra le ragioni del lavoro e quelle della salute.
 Introduce e modera l’incontro la giornalista Paola Pintus.

Per decenni gli scarti delle attività industriali sono finiti nella terra che abitiamo. Il fumo delle ciminiere ha impestato l’aria; gli scarichi hanno avvelenato l’acqua. Conviviamo, e conviveremo a lungo, con la diossina nei giardini pubblici, il piombo nei terreni, il Pcb e gli idrocarburi nelle falde idriche. Malaterra è un libro importante che descrive nove storie italiane, ben conosciute, come il dramma di Taranto o la saga infinita di Porto Marghera o altre scomparse troppo presto dai media nazionali, come il caso a noi più vicino di Portoscuso nel Sulcis iglesiente.
Grazie a una ricostruzione dettagliata e scientifica, l’abile giornalista ci aiuta a capire l’entità della pesantissima eredità lasciata dal processo di industrializzazione condotto nel secolo scorso in Italia ed esamina, con la giusta sensibilità, alcuni passaggi fondamentali della storia recente, come il ruolo chiave svolto dal comparto chimico, considerato per anni una fonte inesauribile di posti di lavoro, ottima soluzione a tutti i mali.

Si valuta che per ripulire l’Italia servirebbero, oggi, almeno 30 miliardi di euro, che dovrebbero essere a carico di quelle aziende e compagnie private che hanno la principale responsabilità, ma che si sono sempre guardate bene dal farlo, per riparare, per quanto possibile, i danni causati dal profitto a ogni costo.
Sono stati commessi tanti errori di sistema, dovuti all’assenza di una visione e al termine del ciclo di vita, per queste industrie nessuno ha pensato a pianificare un processo di riconversione, come è avvenuto con esiti più o meno positivi in altri paesi.
Ma fortunatamente ci sono anche le comunità che non si arrendono, i comitati, le associazioni e le organizzazioni chiedono a gran voce che si possa fare qualcosa per trovare delle soluzioni.

Marina Forti
Giornalista, ha lavorato per quasi trent’anni al quotidiano “Il manifesto”, dove si è occupata di immigrazione, ambiente e attualità internazionale, ricoprendo gli incarichi di caporedattore e caposervizio esteri. Come inviata ha viaggiato a lungo in Iran, nel subcontinente indiano e nel sud-est asiatico, ma occasionalmente anche nelle Americhe. Dal 1998 al 2012 ha curato una rubrica terra terra, storie di ambiente e conflitti per le risorse naturali, che ha ricevuto nel 1999 il premio “giornalista del mese”, noto come Premiolino. Da tale rubrica ha ereditato il nome il suo blog, terra terra on line – cronache da un pianeta in bilico.
Ha pubblicato La signora di Narmada. Le lotte degli sfollati ambientali nel Sud del mondo (Feltrinelli 2004, premio Elsa Morante per la comunicazione 2004) e Il cuore di tenebra dell’India. Inferno sotto il miracolo (Bruno Mondadori 2012).

Paola Pintus
Giornalista professionista, esperta di comunicazione e pubbliche relazioni. Ha collaborato con testate giornalistiche televisive e cartacee fra cui L’Unione Sarda, Sardegna Uno TV, Il Sole 24 Ore.
Attualmente è editorialista della testata Tiscali News Italia e collabora con Il Fatto Quotidiano