Mercoledì 4 dicembre, alla Biblioteca Comunale Montevecchio, presidio del progetto Skillellé, l’Associazione Malik in collaborazione con Cultarch e Cada Die teatro propone RE.PLAYGioco di ruolo sull’abitare collaborativo, un laboratorio a cura di Re.coh. che permetterà ai ragazzi coinvolti di immergersi nel futuro e immaginare quando lasceranno la casa dei propri genitori, per andare a vivere da soli o… in compagnia!
Nel gioco proposto, inserito nel programma di Skillellé e rivolto ad adolescenti della Città Metropolitana di Cagliari, ogni squadra immagina il proprio cohousing e cerca di costruirlo superando diverse prove di abilità e conquistando sei obiettivi disponibili.
Un gruppo di giovani architetti condurrà i partecipanti alla scoperta del cohousing, ovvero la “comunità al suo meglio”, un modo di abitare che mette insieme l’autonomia dell’abitazione privata con la cooperazione e la condivisione degli spazi.
Nato in Scandinavia negli anni settanta, è un modo di abitare ancora poco conosciuto o praticato in Italia, che può essere una buona soluzione per rendere più semplice il passaggio verso la propria indipendenza e autonomia.
Durante il gioco ogni squadra elaborerà il proprio “cohousing” e cercherà di costruirlo superando diverse prove di abilità e obiettivi. Vince chi riesce a costruire il cohousing più simile a quello che aveva immaginato.
RE.COH è un’associazione composta da giovani architetti che si occupano della promozione del “recupero” e del “cohousing”. Recupero materiale del patrimonio edilizio esistente e recupero immateriale riferito alle relazioni sociali di comunità, condivisione, partecipazione.
Il cohousing rappresenta una delle tante declinazioni del tema dell’abitare, in cui la pratica abitativa è caratterizzata dalla coesistenza di unità abitative private e spazi comuni, generalmente basata sulla volontà di un vicinato elettivo. La comunità di vicini solidali, oltre alla propria casa indipendente, sceglie di disporre di spazi condivisi, come, per esempio, cucina, lavanderia, sala riunioni, sala giochi, biblioteca, etc. All’interno degli spazi comuni si possono vivere momenti di convivialità di diverso tipo (approfondimenti di carattere culturale, dibattiti, laboratori, feste, etc.) e sono il luogo in cui gli abitanti possono attivare diverse forme collaborative caratterizzanti necessità quotidiane: formare gruppi di acquisto solidale per la spesa, adottare il car sharing per gli spostamenti, integrare l’assistenza di bambini ed anziani, coltivare l’orto e prendersi cura del giardino.

Libro di riferimento “Cohousing. L’arte di vivere insieme. Princìpi, esperienze e numeri dell’abitare collaborativo in Italia”, di Liat Rogel, Marta Corubolo, Chiara Gambarana e Elisa Omegna, (AltraeconomiaTitolo: Cohousing. L’arte di vivere insieme, 2018)