Vi diamo il benvenuto nella versione aggiornata del sito, con due brevi stralci del discorso che Adriano Olivetti fece nel 1954, ad Ivrea, in occasione della tradizionale cerimonia alle Spille d’Oro ai dipendenti con almeno 25 anni di lavoro in fabbrica. Ha in sé il concetto di lavoro che condividiamo.
Buon Primo Maggio a tutti
(…) Ora i tempi, che non vorrei fossero troppo cambiati, non mi consentono di dedicare molto tempo, come vorrei, a ciascuno di voi, di parlare con le Spille d’Oro dei tempi passati, degli episodi comuni che hanno segnato il cammino della fabbrica tra ore difficili e ore liete, tra il vecchio e il nuovo, tra l’ordine e il disordine, tra il bene e il male di ogni umana vicenda. Ma la Spilla d’Oro sa che il cemento che ci lega è l’amore per l’opera che abbiamo insieme compiuta e alla quale ciascuno di noi ha dato, nella misura delle sue possibilità e in proporzione delle sue forze, tutto il suo contributo, con umiltà, pazienza, tenacia. La Spilla d’Oro sa che questi valori, talora oscuri, non sempre appariscenti stanno nel cuore di ognuno e nel cuore della fabbrica. C’è una lampada accesa, c’è una lampada accesa in questo cuore ed è la presenza del suo fondatore. Lo spirito dell’ing. Camillo aleggia su di noi, da questa statua onorata per la nostra protezione, per l’avvenire nostro, per le nostre più disperate speranze. La Spilla d’Oro sa che niente si improvvisa e che non si creano miracoli. La Spilla d’Oro ha visto 25 anni della vita di fabbrica e sa riconoscere il giusto dall’ingiusto, l’improvvisato dal meditato, il facile dal difficile, in una parola il bene dal male. Per questo le Spille d’Oro sono come pilastri fondamentali sui quali posa la saggezza della nostra fabbrica. I giovani guardano ad esse con riconoscenza perché esse hanno loro spianato il cammino, ora più facile, perché a loro volta essi preparino alle nuove generazioni una vita più alta e migliore. Di questa ansia di progresso siamo tutti partecipi, ma le Spille d’Oro rivendicano in un titolo di glorioso lavoro la loro parte cosi meritata. La Spilla d’Oro sa che il lavoro che egli ha dato per anni alla fabbrica e qualcosa di intimamente e profondamente suo, onde a poco a poco questo suo lavoro è divenuto parte della sua anima. Perciò in essa splende una luce interiore, perché essa appartiene allo spirito. (…)
(…) Per dar vita a questo nuovo mondo i ricchi e i potenti dovranno rinunciare alla corsa inconsiderata e indiscriminata verso una ricchezza sempre maggiore, alla vanità del potere e della effimera sua gloria. Sarà questo possibile senza un urto definitivo? A noi non spetta dar risposta, ma attendere con tenacia alle responsabilità che ci furono commesse e che ci siamo assunti. Perché le idee che nacquero in questa fabbrica, sotto l’indicazione del nostra maestro, ancorché tutt’altro che realmente realizzate – e per molti versi ancora lontane – potranno essere forse guida risolutiva al conflitto che rischia di gettare il nostro Paese in una nuova forma di involuzione politica, privandolo nuovamente delle liberta individuali. E guida all’Europa stessa, anche essa socialmente immobile nella sua disordinata attesa, al suo bivio inevitabile: da una parte le forme di una nuova società, dall’altra una nuova irreparabile catastrofe. Con queste preoccupazioni ma con rinnovata speranza, in questa lieta domenica di vigilia mi sia concesso, nello stringere la mano alle nuove 120 Spille d’Oro, dare loro testimonianza della riconoscenza di tutti; il nostro grazie più sincero per la loro fatica e l’augurio più alto per essi e per le loro care famiglie, affinché numerosi anni di salute e di serenità si aprano innanzi a loro nella protezione della Provvidenza di Dio, nei caldi e sereni sensi dell’affetto di tutti, di tutti coloro che li seguono passo passo dentro e fuori la nostra indimenticabile dimora di ogni giornata: la Fabbrica.
Discorso alle Spille d’Oro di Ivrea – Adriano Olivetti 1954